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La Terra dopo Kyoto

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Concluso il 2012, il mondo è entrato ufficialmente nell’era post-Kyoto. Nonostante molti dei Paesi firmatari abbiano raggiunto l’obiettivo prefissato, il Protocollo sembra aver fallito il suo obiettivo principale: quello di riuscire a ridurre in modo significativo le emissioni globali di gas serra. Cosa ci aspetta nel futuro? Con domande di comprensione.

Con il finire del 2012, il mondo è entrato ufficialmente nell’era post-Kyoto: si è infatti conclusa la prima finestra temporale (fissata per gli anni 2008 – 2012), entro la quale gli Stati firmatari del Protocollo di Kyoto si impegnavano a ridurre le emissioni di gas serra. Nello specifico, l’obiettivo era quello di diminuire le emissioni dei Paesi sviluppati di almeno il 5% rispetto ai livelli del 1990 (preso come anno di riferimento).
Nonostante molti dei Paesi firmatari abbiano raggiunto l’obiettivo prefissato, il Protocollo sembra aver fallito il suo obiettivo principale: quello di riuscire a ridurre in modo significativo le emissioni globali di gas serra (anidride carbonica, metano, protossido di azoto, idrofluorocarburi, perfluorocarburi e esafluoruro di zolfo). Dal 1997 ad oggi, questi gas serra hanno infatti visto le proprie concentrazioni atmosferiche aumentare, anziché diminuire.
Che cosa è andato storto? Il Protocollo è tutto da buttare? Cerchiamo di scoprirlo attraverso questo breve viaggio nei limiti e nei pregi del Protocollo di Kyoto.
 

Rappresentazione schematica delle percentuali dei principali gas-serra (escluso il vapor acqueo) presenti nell'atmosfera e di come essi partecipino ai cambiamenti climatici. Le dimensioni dei riquadri indicanti le percentuali relative sono solo indicative. (Immagine: Lara Rossi)

Kyoto, 11 dicembre 1997
Era il dicembre del 1997, quando, in occasione della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC), prese vita nella città giapponese di Kyoto il primo trattato internazionale volto a contrastare il riscaldamento globale. Il Protocollo è però entrato ufficialmente in vigore solo il 16 febbraio 2005, quando anche la Russia ha acconsentito a ratificare il Protocollo. Perché il trattato entrasse ufficialmente in vigore era infatti necessario che almeno 55 nazioni vi aderissero e che queste nazioni fossero responsabili di almeno il 55% di emissioni di gas serra a livello globale: requisito che è stato raggiunto proprio grazie all’adesione della Russia.


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